Ogni astrofilo rimane meravigliato di come Galilei, col suo rudimentale telescopio abbia potuto fare così tante scoperte, per questo la curiosità di guardare nell'oculare del primo telescopio della storia è grande. Sul cannocchiale di Galileo, su come era costruito e su come costruirne una copia, sono già stati scritti numerosi articoli. Sul sito del museo di Firenze ad esempio è riportato lo schema ottico e sul Sidereus Nuncius (in alternativa anche qui) c'è ovviamente lo schema originale di Galileo. La soluzione qui presentata è un'alternativa didattica e anche (molto) economica, per ottenere uno strumento, in linea di principio "simile" al telescopio galileiano.
Rovistando tra i miei recuperi di lenti e obiettivi fotografici e non avendo una lente piano-convessa di 50mm di diametro e un metro di focale (così era probabilmente quella di Galilei) ho pensato che potesse andare bene una lente addizionale per macrofotografia oppure una lente da occhiale di una diottria cioè con un metro di focale.
Sia la lente da occhiale che la lente addizionale sono dei menischi, la differenza principale con le lenti piano-convesse è che queste ultime hanno una più marcata abberrazione sferica. Comunque lo scopo principale è stato almeno quello di rispettare le focali delle lenti di Galilei.
Per restare in ambito con il materiale che chiunque può avere in casa, come obiettivo principale ho utilizzato quindi la lente d'occhiale, per l'oculare serviva invece una lente piano-concava di corta focale (5 cm). Fortunatamente tra i vari recuperi ne avevo un paio che potevano andare bene. Da un obiettivo di una vecchia telecamera per videosorveglianza ho tolto tutte le lenti e ho utilizzato il barilotto come alloggio per la lente "oculare", quella piano-convessa. Le prime prove - montando queste due lenti su un tubo di cartone e inquadrando la Luna - indicavano che la strada era quella giusta.
Tramite il seghetto a traforo sono state ricavati due dischi di legno per alloggiare la lente da occhiale
Costruzione del supporto per l'obiettivo e sezione di tubo da 60 mm per l'obiettivo.
Fori ottenuti col traforo.
Per il corpo del telescopio la scelta più logica ricade sui tubi in materiale plastico per idraulica. Un tubo da 50 mm per il corpo principale, un tubo da 60 mm per alloggiare la lente obiettivo e un tubo da 40 mm per il focheggiatore. Fortunatamente l'obiettivo della vecchia telecamera entrava quasi perfettamente nel tubo secondario. Per adattare i vari tubi tra di loro sono stati avvolte strisce di tessuto simile al velluto.
Anche se la focale della lente principale è di un metro alla fine la lunghezza del telescopio è di circa 90 cm perchè la lente secondaria essendo negativa (piano concava) accorcia la focale totale.
Alcune parti in fase di montaggio.
Dopo aver annerito l'interno dei tubi e tutte le altre parti con vernice a spruzzo è stato preparato l'obiettivo, con la possibilità di rimuovere la lente ed eventualmente sostituirla in futuro.
Gli anelli di legno per alloggiare la lente.
Supporto per l'obiettivo principale quasi terminato. I due dischi incollati tra due spessori permettono la rimozione della lente, ma quando il supporto è alloggiato nel tubo la lente non può uscire.
Montaggio dell'oculare nel tubo.
I due componenti principali terminati.
Per la finitura ci sono due alternative, la verniciatura o il rivestimento con qualche materiale. I telescopi di Galileo erano rivestiti di cuoio, il mio modello è rivestito con un materiale plastico trovato in un negozio di scampoli, tipo fintapelle, ma molto sottile che ricorda vagamente il cuoio.
Rivestire i tubi è stato il lavoro più lungo, in totale per costruire il telescopio di Galileo ci sono volute circa 6 ore. Il costo totale dell'impresa varia a seconda di quello che si riesce a recuperare, ma non supera i 20-30 euro.
L'obiettivo terminato, mancano le decorazioni.
Il telescopio montato provvisoriamente su un cavalletto.
Due dei telescopi originali di Galileo.
Riuscire a riprodurre le decorazioni originali del telescopio più famoso della storia (il secondo in basso della foto qui sopra) è un lavoro da artisti, o da professionisti. Personalmente ho optato per dei semplici profili dorati (dc-fix), uno in corrispondenza di ogni decorazione originale, in più ho aggiunto una specie di targa per far capire subito a chiunque che questo non è un rifrattore qualsiasi.
Come custodia per riporlo quando non utilizzato ho usato un tubo di cartone rivestito di pagine del Sidereus Nuncius, un'idea che ho trovato in rete (vedi link alla fine) molto semplice ed esteticamente gradevole.
Puntare gli oggetti col perspicillum non è per niente semplice. Il primo corpo celeste da osservare è ovviamente la Luna.
Quello che si vede nell'oculare è decisamente meglio di quello che si riesce a fotografare, sopra una simulazione con uno scatto reale. La Luna non ci sta nel campo inquadrato, tuttavia facendo ruotare l'occhio si riesce a vederla intera.
Altro oggetto "facile", si riescono a vedere bene le macchie solari.
Altri oggetti più deboli osservati come Giove la nebulosa M42 e le pleiadi, si riescono a vedere ma l'abberrazione cromatica risulta molto marcata.
Con il metodo della proiezione dell'oculare le macchie solari sono ben visibili.
Se però volete acquistare una copia fedele del telescopio di Galileo rivolgetevi all'amico Antonio Paganoni